Il kiwi è il frutto di alcune specie di liane appartenenti alla famiglia delle Actinidiaceae, quali Actinidia Chinensis o Actinidia Deliciosa. Originario della Cina, il kiwi ha iniziato ad essere coltivato massicciamente in Nuova Zelanda solo agli inizi del ‘900. L’Italia invece l’ha scoperto solo da pochissimo, sul finire degli anni ’70; però ha recuperato in fretta lo svantaggio, tanto che il nostro Paese oggi è secondo solo alla Cina, quale maggiore produttore al mondo di questo bel frutto gustoso e ricco di vitamina C. Possiamo far crescere il kiwi arrampicato come una vite lungo tutta la rete di recinsione del giardino o fargli ricoprire un pergolato. Di seguito scopriamo: come coltivare il kiwi, quando effettuare la potatura, quando avviene la raccolta e come si conservano i frutti.
Coltivazione del kiwi
Il kiwi si adatta molto bene ad ogni clima, tranne quello di montagna: teme le gelate sotto i 12° C. Non è una pianta soggetta a malattie, al massimo può essere infestato dalle cocciniglie. Il kiwi cresce come la vite, cioè stendendo i suoi rami su fili di sostegno tesi tra un palo e l’altro. Le piante devono essere disposte in fila e, a metà tra l’una e l’altra, dovremo sistemare i pali di sostegno lungo cui faremo correre i fili su cui i attorciglieranno i rami, chiamati anche “tralci”. Le piante vanno distanziate ad intervalli di 2-4 m, tenendo presente che più le metteremo vicine, prima otterremo un filare decorativo e bello fitto di verde. In questo caso però ogni pianta produrrà un po’ meno, perché dovremo mantenere i rami molto corti di modo che, crescendo, non “soffochino” quelli della pianta vicina. Se vogliamo coltivare più filari, ricordiamoci di mantenere tra l’uno e l’altro sempre 4-5 m di distanza per passarci attraverso agevolmente.
Il Kiwi è una specie dioica
Non coltiviamo mai una pianta di kiwi isolata altrimenti non avremo nessun frutto. Il Kiwi è infatti una specie dioica, ovvero suddivisa in individui maschili, che producono il polline, necessario a fecondare i fiori delle piante femminili, che solo così potranno trasformarsi in frutti. Normalmente un solo “maschio”, che non produce frutti, è sufficiente per impollinare sette/otto piante “femmine”. Ovviamente, se le femmine sono di meno, non ci sono problemi, ma il maschio è indispensabile. Esistono varietà di kiwi autofertili che non necessitano del maschio impollinatore per fruttificare.
Quando e come piantarlo
Il periodo migliore per mettere a dimora il kiwi è il mese di febbraio, cioè al termine delle gelate invernali. Ad ogni pianta giovane va affiancato un palo di sostegno, che poi toglieremo quando la pianta sarà cresciuta e i suoi rami si saranno sviluppati lungo i fili sorretti dagli altri pali che stanno tra una pianta e l’altra. Per ogni kiwi dobbiamo scavare una buca profonda almeno una sessantina di centimetri. Sul fondo metteremo poi della terra, mischiata con qualche chilo di letame o con concimi ricchi di fosforo e potassio.
Potatura del kiwi
Una prima potatura del kiwi va effettuata subito dopo il trapianto: eliminiamo tutti i rami dei primi tre quarti della pianta, per stimolare un rapido sviluppo verso l’alto. Le piante normalmente in vendita hanno uno o due anni di vita, ma iniziano a produrre frutti dopo quattro o cinque dal trapianto. Da quel momento in poi ogni anno, tra gennaio e febbraio, sarà necessario effettuare una potatura chiamata “di produzione”, al fine di ottenere un raccolto più abbondante. Dobbiamo dunque tagliare i rami che hanno dato frutti l’anno precedente e che quindi non produrranno più nulla. I nuovi rami cresceranno così rigogliosi e, in autunno, avremo un raccolto più abbondante. Per distinguere i rami che hanno dato frutti l’anno precedente basta, al momento del raccolto, lasciare attaccati i piccioli che sorreggono il frutto. La potatura del kiwi maschio va invece fatta solo dopo la fioritura: prima infatti farebbe spuntare meno fiori rendendolo così meno fecondo e ne anticiperebbe la fioritura, esaurendo il polline prima che quelli della pianta femminile siano pronti a riceverlo.
In estate bisogna fare poi una seconda potatura, che serve a far diventare i frutti più grandi. Tagliamo quindi tutti i rami che hanno fruttificato all’altezza della quarta o quinta foglia dopo l’ultimo kiwi e contemporaneamente tagliamo anche i “succhioni”, cioè qui rami che spuntano alla base della pianta e che tolgono nutrimento.
Raccolta
Tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre arriva il momento del raccolto. Attenzione: è un errore cercare di anticiparlo. Infatti, contrariamente a quanto accade, il kiwi si conserva di più se è raccolto ben maturo, cioè quando diviene un po’ dolce, ma ancora ben sodo. Non dobbiamo però nemmeno aspettare troppo: una gelata precoce potrebbe rovinare tutti i frutti.
Come conservare i kiwi
Per prolungare la conservazione di diversi mesi, mettiamo i kiwi sopra un vassoio avvolto in sacchetto di plastica traforata. Il tutto andrà tenuto in un luogo fresco, meglio ancora se in frigorifero. Mano a mano che li vogliamo mangiare, li toglieremo dal frigorifero per metterli in un altro sacchetto insieme a una mela. Questa emana una sostanza, l’etilene, in grado di accelerarne la maturazione.