Viola odorata: proprietà, usi, benefici, coltivazione

Detta anche viola blu o viola mammola, o più comunemente violetta, la Viola odorata è una piccola pianta perenne appartenente alla famiglia delle Violaceae. La Viola odorata è originaria dell’Asia e dell’Africa settentrionale ed è molto diffusa in Italia, soprattutto al Nord e al Centro, dove cresce spontanea dal mare alle zone di montagna, comune in luoghi erbosi e ombrosi, lungo le siepi, nei boschi. La viola mammola oltre ad essere coltivata come pianta ornamentale e per l’estrazione della sua profumatissima essenza, possiede molte interessanti proprietà medicinali, come vedremo più avanti. Scopriamo dunque come preparare alcuni rimedi e ricette a base di viola mammola, quali sono le sue caratteristiche botaniche che ci permettono di identificarla e come coltivarla in vaso o giardino. Ma prima conosciamo un po’ di storia e curiosità intorno a questa specie spontanea nota fin dall’antichità.

Viola mammola: storia, curiosità, significato

Le violette per gli antichi greci erano doni divini e quindi considerate il fiore di Zeus, il re degli dei. La leggenda racconta che questi, innamorato di un’affascinante ninfa chiamata Io, per proteggerla dall’ira di Era, sua moglie, la trasformò in una bella mucca. Poi ordinò ai campi di generare un delicato fiore in suo onore per poterla sfamare adeguatamente e lo chiamò Ion, che in greco significa “violetto”. Greci e romani apprezzavano le qualità terapeutiche della viola mammola. Lo stesso padre della medicina, Ippocrate, ne vantava le virtù medicinali e ne indicava l’utilizzo contro mal di testa, postumi da sbronza, malattie agli occhi e affezioni respiratorie. Nel Medioevo si arrivò al punto di attribuire alla violetta la facoltà di guarire le malattie mortali. Lo sciroppo di viola mammola, che si prepara ancora oggi (vedi la ricetta più avanti), era già utilizzato nel XVI secolo. Napoleone Bonaparte apprezzò molto la viola mammola tanto che ad ogni anniversario di matrimonio faceva dono alla moglie Giuseppina di un mazzo di violette. Come ulteriore gesto d’amore, Napoleone, prima di partire per il suo esilio a Sant’Elena, raccolse delle viole dalla tomba della sua amata e le conservò in un medaglione che portò sempre al collo fino al giorno della sua morte.

Viola odorata: identificazione

La Viola odorata ha un’altezza compresa tra i 10 e i 15 cm con foglie verdi a forma di cuore situate alla base della pianta, con un lungo picciolo, leggermente ruvide e il margine inciso da piccoli denti. I fiori hanno un diametro di 1-2 cm, un lungo peduncolo e la corolla di cinque petali color violaceo o bianco; il frutto si presenta come una capsula pubescente a 3 valve, contenente semi ovali. Questa viola ha una radice strisciante, nodosa, ramificata, biancastra, munita di numerose radichette. La Viola odorata è l’unica viola con fiori così profumati da avere il potere di ridurre per qualche istante, dopo averla annusata, il senso dell’olfatto. Proviamo ad annusare una viola mammola fin quando ne sentiamo a fondo il profumo: ci accorgeremo che per qualche istante non riusciremo più ad avvertire alcun altro odore. Dalla Viola odorata derivano alcune cultivar [fig. 1] che differiscono dalla specie originarie per colore e dimensione dei fiori; tra le diverse varietà ricordiamo la viola di Tolosa, meglio conosciuta in Italia sotto il nome di violetta di Parma, dal fiore profumato, grande e doppio.

Viola odorata a fiore bianco doppio [fig. 1 fonte]

Viola mammola: proprietà, benefici, usi

Tutta la pianta, ma soprattutto la radice della viola mammola, contiene un alcaloide amaro, la violina, dall’effetto emetico (provoca il vomito, proprietà utile in caso di indigestione o intossicazione). Grazie al contenuto di saponine e mucillagini, sostanze ad azione emolliente ed antinfiammatoria e di Vitamina C, la Viola odorata è utilizzata per la cura delle malattie dell’apparato respiratorio (tosse, raffreddore) ed anche particolarmente adatta per le infiammazioni agli occhi e nelle manifestazioni cutanee come eczemi, prurito, acne, crosta lattea dei neonati. La violetta possiede anche proprietà antidolorifiche grazie al suo contenuto in acido salicilico (lo stesso principio attivo dell’aspirina) utile in caso di reumatismi e tosse con febbre. Il contenuto in flavonoidi rende la violetta leggermente diuretica e diaforetica.

Violetta: impieghi in cucina

La preparazione di piatti a base di violetta era molto popolare nell’Inghilterra Vittoriana e anche nella cucina francese. Durante il XV e XVI secolo i fiori venivano impiegati per aromatizzare il miele, l’aceto, il vino e in alcuni tipi di marzapane e dolci. Al giorno d’oggi l’uso in cucina della viola mammola è diventato molto raro e per pochi intenditori che impiegano il fragrante e delicato profumo aromatico dei petali freschi per aromatizzare il tè, le insalate, per gelatine, budini al latte, creme, gelati. Le viole candite sono usate per guarnire torte e dolci.

Aromaterapia: proprietà e usi dell’olio essenziale Viola odorata

L’olio essenziale di viola mammola è impiegato in aromaterapia come antisettico nelle affezioni e cura della pelle: contusioni, scottature, trattamento delle cicatrici. L’essenza di violetta viene largamente usata dai profumieri grazie alla piacevolezza delle sostanze odorose in essa contenute.

Ricette e rimedi a base di viola mammola

  • Infuso di viola mammola: versiamo dell’acqua bollente in una tazza contenente una manciata di fiori freschi di violetta (o un cucchiaino da tè di fiori secchi finemente sminuzzati); copriamo bene il recipiente, lasciamo macerare per 10-15 minuti; coliamo ed infine addolciamo la bevanda con miele. Bere 2-3 tazze al giorno di infuso di violetta in caso di raffreddore, influenza, bronchite, tosse (effetto espettorante). Il liquido può essere utilizzato anche in applicazioni locali per impacchi contro piaghe, infiammazioni oculari, scottature, eruzioni cutanee seborroiche, crosta lattea dei neonati.
  • Olio di viola odorata: mettiamo una manciata di fiori di violetta appena colti in 30 g di olio d’oliva e lasciamo riposare per 3-4 giorni; spremiamo e riponiamo l’oleolito di violetta in bottigliette. Con il preparato massaggiamo delicatamente le palpebre e le tempie. Quest’olio è destinato agli occhi stanchi e molto affaticati dall’eccessiva esposizione agli agenti atmosferici e/o dall’uso di pc, tv ed altri dispositivi elettronici.
  • Vino di viola mammola: mettiamo 30 petali di viola mammola in una bottiglia di vino e lasciamo macerare. Dopo una settimana agitiamo bene la bottiglia e mettiamo ancora 20 petali di viola freschi, lasciando riposare per un’altra settimana. Agitiamo di nuovo, aggiungiamo un cucchiaio di miele e serviamo.
  • Sciroppo di viola mammola: togliere a 100 g di fiori di violetta il calice e metterli in una zuppiera. Copriamoli con 300 g di acqua bollente e lasciamo riposare il tutto per 24 h. Trascorso questo tempo versare il liquido in una casseruola di rame con una quantità di zucchero pari quasi al doppio del peso dell’infuso. Cuocere per 5 minuti continuando a mescolare.

Raccolta della viola mammola

I fiori di Viola odorata vanno raccolti appena sbocciati da febbraio (nelle zone a clima più mite) a maggio, recidendoli senza il picciolo in un mattino secco o quando il sole ha già tolto alla erbe l’umido della notte. Essicchiamoli al buio, affinchè mantengano il loro profumo e per evitare che si scolorino alla luce del sole, in luogo ventilato e caldo. Per la conservazione mettiamoli in recipienti di vetro scuro o porcellana al riparo dalla luce per evitare che assumano un colorito grigiastro. Le radici della viola mammola si raccolgono in primavera e autunno e si puliscono per eliminare la terra e le radichette; si essiccano al sole e si conservano in sacchetti di carta o tela.

Coltivazione e riproduzione della Viola odorata

La viola mammola può essere coltivata sia in giardino che in vaso in terreno fresco, ben drenato, siliceo-argilloso, umidificato, addizionato di stallatico. La riproduzione della Viola odorata può avvenire per seme o per divisione dei cespi. La semina va effettuata direttamente all’aperto in marzo-aprile o tra luglio e settembre. Se desideriamo coltivare in vaso la violetta mettiamo i semi (7-8) alla distanza di 15 cm l’uno dall’altro in una cassetta o in una ciotola bassa e larga, per un migliore rendimento estetico. Poi copriamoli con uno strato sottile di sabbia o terriccio, annaffiamo e manteniamo umido. Nel giro di 15 giorni nasceranno le piantine. Da febbraio fino in primavera possiamo riprodurre la viola mammola anche per via vegetativa, attraverso la divisione dei cespi (ciuffi di foglie e fiori che si sviluppano da una sola radice): avremo così abbondanti fioriture dall’autunno alla primavera successiva. Le violette vanno annaffiate frequentemente, evitando pericolosi ristagni idrici.

Prima dell’utilizzo di qualsiasi rimedio erboristico consultare il parere medico.


Anna Elisa Catanese

Ciao sono Anna Elisa Catanese, Dott.ssa in Scienze e tecniche erboristiche, autrice principale dei contenuti di questo sito web. Sono anche una cantante e creatrice di bijoux. Ho alle spalle collaborazioni come autrice di articoli con numerosi siti quali Blasting news e Dokeo. Su Natural Magazine troverete notizie inerenti salute, benessere, alimentazione sana, rimedi naturali e molto altro ancora.

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