Il fencolo, composto fitochimico che dona l’aroma tipico al basilico, potrebbe rappresentare una nuova frontiera nella lotta al morbo di Alzheimer. Uno studio preclinico della University of South Florida Health (USF Health) avrebbe infatti dimostrato le proprietà neuroprotettive del fencolo. L’interessante meccanismo molecolare sottostante correla l’azione del fencolo a quella degli acidi grassi a catena corta (SCFA) prodotti dal microbioma intestinale.
Morbo di Alzheimer: fencolo e acidi grassi a catena corta
Il fencolo, monoterpene isomero del borneolo, è un composto che allo stato puro si presenta come un solido incolore o bianco. Ampiamente diffuso nel regno vegetale, il fencolo è la componente principale dell’olio essenziale di basilico cui l’erba aromatica deve il suo fresco profumo.
Gli acidi grassi a catena corta (SCFA, acronimo di Short Chain Fatty Acids) sono dei metaboliti con catena alifatica composta da meno di 6 atomi di carbonio, derivati per la gran parte dalla fermentazione delle fibre da parte della microflora intestinale. Gli acidi grassi a catena corta sono benefici per la salute e il trofismo della mucosa intestinale e contribuiscono alla salute del cervello. Il livello di SCFA è infatti spesso ridotto nei pazienti anziani con decadimento cognitivo lieve e morbo di Alzheimer. Ma in che modo gli SCFA proteggono il cervello del malato di Alzheimer e come si correla ciò con il fencolo del basilico?
Come gli SCFA proteggono dal Morbo di Alzheimer
Gli scienziati hanno scoperto che gli acidi grassi a catena corta, assorbiti dalle parteti intestinali, viaggiano, attraverso il sangue, fino al cervello dove possono legarsi e attivare il recettore 2 degli acidi grassi liberi (FFAR2), una molecola di segnalazione cellulare espressa sulle cellule cerebrali chiamate neuroni.
“Il nostro studio è il primo a scoprire che la stimolazione del meccanismo di rilevamento FFAR2 da parte di questi metaboliti microbici (SCFA) può essere utile per proteggere le cellule cerebrali dall’accumulo tossico della proteina beta-amiloide (Aβ) associata al morbo di Alzheimer“, spiega l’autore principale dello studio, il prof. Hariom Yadav.
L’insorgenza del morbo di Alzheimer comporta due eventi patologici nel cervello: il deposito di Aβ tra le cellule nervose che formano placche di proteina beta-amiloide e la raccolta di grovigli neurofibrillari di proteina tau all’interno delle cellule cerebrali. Entrambe le condizioni contribuiscono alla morte dei neuroni che conducono al manifestarsi progressivo e ingravescente dei segni clinici del morbo di Alzheimer: perdita di memoria, declino cognitivo, demenza.
Scoprire il meccanismo d’azione attraverso cui gli SCFA aiutano a prevenire l’accumulo della proteina beta-amieloide nel cervello ha stimolato gli scienziati ad un ulteriore ricerca sui composti naturali in grado di bloccare il recettore 2 degli acidi grassi liberi (FFAR2). Come spiegato dallo stesso prof. Yadav, identificare un composto naturale alternativo agli SCFA è importante, in quanto le cellule dell’intestino e di altri organi consumano la maggior parte di questi metaboliti microbici prima che essi possano giungere al cervello. Ed è qui che entra in gioco il fencolo del basilico quale potenziale farmaco naturale contro il morbo di Alzheimer.
Morbo di Alzheimer e basilico
I ricercatori hanno dapprima eseguito uno screening virtuale su larga scala di più di 144.000 composti naturali. Il cerchio si è poi strinto attorno a 15 molecole. Tra queste il fencolo estratto dal basilico si è rivelato il più efficiente nel legarsi al sito attivo del FFAR2.
Ulteriori esperimenti su colture di cellule neuronali umane, di Caenorhabditis elegans (verme) e di modelli murini del morbo di Alzheimer hanno dimostrato che il fencolo ha ridotto significativamente l’accumulo di proteine beta-amiloide e la morte dei neuroni stimolando la molecola di segnalazione FFAR2.
Il fencolo riduce le cellule “zombie”
Quando i ricercatori hanno esaminato più da vicino l’azione contro il morbo di Alzheimer dell’estratto di basilico hanno scoperto un’altra interessante proprietà del fencolo. Il fencolo riduce il numero di cellule neuronali senescenti, note anche come cellule “zombie”, comunemente presenti nei cervelli di persone affette dal morbo di Alzheimer.
Le cellule zombie smettono di replicarsi e muoiono molto lentamente. Nel frattempo, come spiegato dal dott. Yadav, si accumulano in organi malati e invecchiati, creando un ambiente infiammatorio dannoso. Le cellule “zombie” inviano segnali di stress o di morte alle vicine cellule sane, le quali cominciano a trasformarsi anch’esse in cellule zombie o muoiono.
“Il fencolo colpisce effettivamente i due meccanismi correlati della senescenza e della proteolisi” afferma il Dott. Yadav. Ovvero: “Riduce la formazione di cellule neuronali zombie mezze morte e aumenta anche la degradazione di Aβ (non funzionante), in modo che la proteina beta-amiloide venga eliminata dal cervello molto più velocemente”.
Prossime sfide della ricerca
Il fencolo estratto dal basilico rappresenta dunque un possibile nuovo approccio per trattare o prevenire il morbo di Alzheimer, ma ovviamente gli studi sono solo gli inizi e molte sono le domande che restano in sospeso: il fencolo ottenuto consumando il basilico fresco è bioattivo (efficace) contro il morbo di Alzheimer o piuttosto si dovrebbe isolare e somministrare attraverso una pillola? A che dosi il basilico o il fencolo sono effettivamente in grado di proteggere la salute del nostro cervello?
In attesa di saperne di più, nulla ci vieta di arricchire i nostri piatti di basilico fresco. Nel contempo è sempre utile consumare cibi ricchi di fibre per contribuire in maniera naturale alla salute ed al benessere di mente e corpo.
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