Il ruolo degli integratori alimentari nella lotta al Covid-19 continua ad interessare il mondo della scienza, che si propone di individuare le vitamine e gli altri nutrienti che potrebbero fare la differenza nel prevenire e proteggere dagli effetti più gravi della malattia. Un ampio studio di tipo osservazionale, recentemente pubblicato su BMJ Nutrition Prevention & Health, rivela quali sarebbero gli integratori alimentari più efficaci nel ridurre il rischio di contrarre la SARS-CoV-2, il virus responsabile dell’infezione da COVID-19.
Gli integratori sono un rimedio naturale contro il Covid-19?
La corsa all’acquisto di integratori alimentari quale presunto rimedio naturale contro il Covid-19 ha visto un’impennata del consumo di Multivitaminici, Vitamina C, zinco, vitamina D, estratti erboristici vari, nella convinzione di offrire sostegno al sistema immunitario nella lotta al Coronavirus. Molti di questi prodotti offrono certamente un valido aiuto per la salute generale. In alcuni casi, come per la Vitamina D, sono numerosi gli studi che collegano una sua carenza ad una maggiore probabilità di contrarre il Covid-19 [1, 2].
È tuttavia piuttosto pericoloso sostenere che basti assumere degli integratori di vitamine per tenere lontano il Covid-19. Per non parlare del rischio concreto di eccedere con l’uso di questi supplementi, con esiti anche pericolosi. Gli integratori alimentari hanno il compito di “integrare” vitamine, sali minerali o altri nutrienti e sostanze funzionali laddove la dieta ne risulti carente o in particolari condizioni di salute che ne aumentino il fabbisogno. Non vanno assunti con leggerezza, ma preferibilmente dietro consiglio medico. Tuttavia la domanda resta: quali sarebbero gli integratori più utili contro il Covid-19?
Lo studio
Per rispondere al quesito alcuni ricercatori britannici hanno attinto i dati emersi dall’app COVID-19 Symptom Study, la quale ha tenuto traccia anche degli integratori alimentari assunti dagli iscritti con il fine di prevenire l’infezione da SARS-CoV-2. L’app, lanciata in Regno Unito, Stati Uniti e Svezia nel marzo 2020 è nata con lo scopo di acquisire informazioni auto-segnalate dagli utenti sull’evoluzione della pandemia. L’app ha registrato posizione, età e principali fattori di rischio per la salute dei suoi utenti, ma anche aggiornamenti giornalieri su sintomi, risultati dei test e tamponi per il coronavirus e sull’assistenza sanitaria.
I ricercatori hanno dunque analizzato le informazioni fornite dai 372.720 abbonati britannici sull’uso regolare di integratori alimentari tra maggio e luglio 2020, ovvero durante la prima ondata della pandemia, mettendoli in relazione con i risultati dei tamponi effettuati per diagnosticare il coronavirus. Ecco cosa è emerso:
- Tra maggio e luglio, 175.652 di queste persone hanno assunto regolarmente integratori alimentari;
- 197.068 abbonati non hanno assunto integratori alimentari;
- Circa i due terzi di coloro che assumevano gli integratori alimentari (67%) erano donne e più della metà erano in sovrappeso (IMC 27);
- In tutto, 23.521 persone sono risultate positive per SARS-CoV-2 e 349.199 sono risultate negative nello stesso lasso di tempo.
Quali sono i migliori integratori alimentari contro il Covid-19?
Dopo aver tenuto conto di fattori capaci di influenzare i risultati dello studio, come malattie pregresse e dieta abituale degli abbonati all’app si è potuto stabilire il presunto effetto protettivo degli integratori (piuttosto modesto, ma significativo) nei confronti del Covid-19. Ecco quali sarebbero gli integratori alimentari associati ad un minor rischio di risultare positivi al Covid-19:
- probiotici: rischio ridotto del 14%;
- acidi grassi omega-3: rischio ridotto del 12%;
- multivitaminici: rischio ridotto del 13%;
- vitamina D: rischio ridotto del 9%,
Nessun effetto protettivo nei confronti dell’infezione da Sars-Cov-2 è stato associato all’assunzione di integratori alimentari a base di vitamina C, zinco o aglio.
Esaminando specificamente sesso, età e peso (IMC), gli effetti benefici di probiotici, acidi grassi omega-3, multivitaminici e vitamina D sono stati osservati solo nelle donne di tutte le età e peso. Nessuna associazione così chiara è stata osservata negli uomini.
Ulteriori studi saranno necessari per stabilire l’utilità degli integratori alimentari nel prevenire il Covid-19
Nonostante alcune differenze, gli stessi modelli generali sono stati sorprendentemente simili a quelli osservati per gli utenti statunitensi e svedesi. In Usa i probiotici abbassavano il rischio di contrarre il Covid-19 del 18%; gli omega-3 del 21%; i multivitaminici del 12%; la vitamina D del 24%. In Svezia i probiotici abbassavano il rischio di ammalarsi di Covid-19 del 37%; gli omega-3 del 16%; i multivitaminici del 22%; la vitamina D del 19%.
C’è da dire che questo è uno studio osservazionale e, come tale, non può stabilire una relazione causa/effetto. Inoltre i dati sono stati tutti auto-riportati dagli utenti senza poter essere verificati dai ricercatori e da un gruppo auto-selezionato (tutti gli utenti si sono iscritti spontaneamente all’app). Nessuna informazione su dosi o ingredienti degli specifici integratori è stata raccolta. Occorreranno ampi studi clinici per fornire reali raccomandazioni terapeutiche sull’uso degli integratori alimentari per prevenire il Covid-19, basate sull’evidenza scientifica.
Image credit: https://www.formulatehealth.com/
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