Il colesterolo degli italiani è sceso negli ultimi 40 anni. Un nuovo studio, coordinato dall’Imperial College di Londra, cui hanno partecipato centri di ricerca di tutto il mondo, compresi alcuni italiani, ha analizzato i dati, tratti da 1.127 studi effettuati dal 1980 al 2018, sui livelli di colesterolo di 102,6 milioni di persone residenti in 200 paesi. Si è così potuta ricavare una classifica che vede l’Italia scendere dal trentesimo posto (nel 1980) all’ottantesimo attuale, per i livelli di colesterolo non HDL (il colesterolo “cattivo”) nel sangue delle donne. La ricerca è stata recentemente pubblicata sulla rivista Nature, ma vediamone insieme alcuni dettagli.
Colesterolo: cos’è, a cosa serve, quali sono i valori normali
Il colesterolo è un lipide steroideo che nel nostro organismo svolge le seguenti importanti funzioni biologiche:
- è parte integrante delle membrane cellulari, cui conferisce fluidità e permeabilità;
- è precursore di vitamina D, ormoni steroidei, sali biliari.
Ma un accumulo di colesterolo nel sangue, superiore a 200 mg/dl (colesterolo totale), è considerato un fattore di rischio per malattie cardiovascolari come infarto ed ictus. Il 70% del colesterolo totale è prodotto dal nostro corpo (produzione endogena), mentre il restante 30% lo otteniamo attraverso una dieta malsana, ricca di acidi grassi saturi e trans.
Il colesterolo si distingue in 2 tipi:
- HDL o lipoproteine ad alta densità: è il colesterolo “buono” il cui livello nel sangue dev’essere almeno di 50 mg/dl, affinché possa svolgere il suo ruolo protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari. Le lipoproteine ad alta densità rimuovono il colesterolo dalle pareti dei vasi sanguigni per trasportarlo fino al fegato e agli organi steroidogenici che lo metabolizzano. Il colesterolo HDL dovrebbe rappresentare almeno il 30% del colesterolo totale;
- LDL o lipoproteine a bassa densità: è il colesterolo “cattivo” i cui valori non dovrebbero superare i 100 mg/dl. Le LDL trasportano il colesterolo verso le pareti dei vasi sanguigni dove va a depositarsi. Con il tempo l’ispessimento delle pareti dei vasi conduce ad una condizione nota come aterosclerosi, la quale predispone all’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Da ciò che emerge dalla nuova ricerca il colesterolo alto è responsabile di circa 3,9 milioni di morti in tutto il mondo di cui la metà oggi avviene nell’est, nel sud e nel sud-est asiatico.
In Italia e nei paesi ad alto reddito il colesterolo è sceso, a rischio l’Asia
I risultati del nuovo studio hanno rivelato che i livelli di colesterolo totale e LDL sono fortemente diminuiti nelle nazioni ad alto reddito, in particolare quelle nell’Europa nord-occidentale, Nord America e Australasia, mentre sono aumentati nelle nazioni a basso e medio reddito, in particolare in Oriente e Sud-est asiatico, ribaltando la situazione nell’arco di circa 40 anni.
La Cina, che ad esempio nel 1980 aveva tra i livelli più bassi di colesterolo non-HDL, ha avuto uno dei maggiori tassi di aumento. Nella classifica dei valori medi femminili oggi in vetta ci sono Tokelau (al primo posto) e a seguire Malaysia, Filippine, Guiana, Thailandia, Isole Salomone, Myanmar, Samoa, Ecuador e Indonesia. Nel 1980 la classifica era tutta diversa: al primo posto vi erano Singapore, Malta, Svezia, Groenlandia, Belgio, Israele, Norvegia, Andorra, Finlandia, Islanda.
Situazione analoga per l’aumento dei livelli di colesterolo negli uomini: oggi abbiamo in cima alla classifica Malaysia, Tokelau, Thailandia, Libano, Filippine, Brunei, Serbia, Tonga, Lituania e Lettonia. Nel 1980, invece, i primi 10 erano Malta, Finlandia, Andorra, Groenlandia, Svizzera, Norvegia, Belgio, Svezia, Israele e Islanda.
L’Italia nel 1980 era al 30esimo posto di questa particolare classifica, con valori medi di colesterolo ‘cattivo’ nelle donne di 162.16 mg/dl, scesi nell’arco di quasi 40 anni a 131.27 md/dl. Ciò ha portato il nostro Paese all’80esimo posto in classifica. Un po’ meno bene per gli uomini italiani i quali sono passati dal 21esimo posto (con 177.61 mg/dl) al 43esimo (con 139 mg/dl).
L’uso dei farmaci ipolipemizzanti, come le statine, e la scelta di una dieta più sana potrebbero aver fatto la differenza. Nei paesi asiatici negli ultimi anni è infatti si è assistito ad un aumento del consumo di alcool, carne, prodotti di origine animale e junk food, mentre in occidente è aumentata la consapevolezza della prevenzione attraverso le giuste scelte dietetiche ed è aumentato l’impiego dei farmaci per abbassare il colesterolo.
Il professor Majid Ezzati, autore principale della ricerca ha dichiarato: “Per la prima volta, i livelli più alti di colesterolo non HDL sono al di fuori del mondo occidentale. Ciò suggerisce che ora dobbiamo attuare in tutto il mondo politiche tariffarie e normative che spostino le diete dai grassi saturi a quelli insaturi e preparare sistemi sanitari per curare i bisognosi con medicine efficaci. Ciò contribuirà a prevenire milioni di morti per il colesterolo alto non HDL in queste regioni “.
Correlati:
- Bere succo di pomodoro non salato abbassa pressione e colesterolo
- La soia abbassa il colesterolo cattivo? Il nuovo studio
- L’olio di semi di cotone è utile per ridurre il colesterolo “cattivo”?
- Colesterolo e trigliceridi alti: i rimedi naturali più efficaci
- Colesterolo troppo basso aumenta il rischio di suicidio in pazienti con disturbo bipolare
- Alti livelli di ferro abbassano il colesterolo, ma sono causa d’infezioni della pelle