Una squadra di ricerca internazionale, guidata dalla professoressa Margaret Rayman dell’Università del Surrey, Regno Unito, ha identificato una correlazione tra tasso di guarigione da COVID-19 e livelli di selenio consumati con la dieta, in regioni diverse della Cina. Lo studio, appena pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Clinical Nutrition, tende a confermare il già ipotizzato ruolo protettivo e stimolante del selenio nei confronti del sistema immunitario.
Selenio: può aiutare contro il COVID-19?
Sono molte le proprietà che possono rendere il selenio un possibile alleato contro le infezioni da COVID-19. Il selenio è un oligoelemento essenziale il cui fabbisogno giornaliero per un adulto è di 55 μg. Le principali fonti alimentari di selenio sono:
- cereali integrali;
- frutta secca: in particolare noci brasiliane, anacardi, semi di girasole;
- frutti di mare: in particolare le ostriche;
- carne: manzo, maiale, frattaglie, pollo;
- tuorlo d’uovo;
- pesce: in particolare tonno e sardine;
- funghi: in particolare gli shiitake.
Il selenio è contenuto anche in diversi ortaggi, come ad esempio le patate, in relazione alla presenza del minerale nel terreno in cui questi vegetali vengono coltivati.
All’interno del nostro organismo, il selenio svolge le seguenti funzioni:
- è un costituente delle selenio proteine;
- partecipa alla sintesi del DNA;
- partecipa al metabolismo degli ormoni tiroidei;
- protegge la riproduzione;
- possiede eccezionali proprietà antiossidanti, antinvecchiamento e pertanto contribuisce alla prevenzione di malattie legate allo stress ossidativo, quali cancro, malattie cardiovascolari, morbo di Alzheimer;
- ha proprietà antinfiammatorie;
- combatte l’asma: alcuni studi hanno dimostrato che il selenio avrebbe la proprietà di migliorare la funzionalità polmonare (studio del 2011) e di ridurre i sintomi nei soggetti con asma (studio del 2004);
Ma c’è ancora un’altra proprietà del selenio, forse poco nota, ma non di meno interessante: quella di proteggere e rendere più forte il sistema immunitario. Uno studio del 2008 ad esempio mostra che un aumento dei livelli ematici di selenio può essere associato ad una migliore risposta immunitaria. D’altra parte, la carenza dell’oligoelemento ha dimostrato di danneggiare la funzione delle cellule immunitarie portando ad una risposta immunitaria più lenta.
Un altro studio del 2010 ha associato la carenza di selenio con un aumentato rischio di morte e progressione della malattia nelle persone con HIV, mentre l’assunzione d’integratori contenti questo minerale ha dimostrato di ridurre le ospedalizzazioni e di migliorare i sintomi in questi pazienti. Ancora in uno studio del 2015 si sostiene che gli integratori di selenio possano aiutare a rafforzare il sistema immunitario nelle persone con influenza, tubercolosi ed epatite C.
COVID-19: alti livelli di selenio favoriscono la guarigione
È noto che la Cina comprende sia le popolazioni con i livelli di selenio più bassi che quelle con i livelli più alti del mondo, a causa delle differenze nella composizione del suolo tra le regioni, che influiscono sulla quantità di oligoelemento che entra nella catena alimentare. La prof.ssa Margaret Rayman spiega: “Data la possibile relazione delle infezioni virali associate alla carenza di selenio, ci siamo chiesti se la comparsa di COVID-19 in Cina potesse essere collegata alla carenza di selenio lungo la linea di terra che si estende dal nord-est al sud-ovest del paese. “
Comparando i dati (fino al 18 febbraio) provenienti da province e comuni cinesi con oltre 200 casi di COVID-19 e città con oltre 40 casi, i ricercatori hanno scoperto che le persone residenti in aree con alti livelli di selenio avevano maggiori probabilità di guarire dal nuovo coronavirus. Ad esempio, nella città di Enshi nella provincia di Hubei, che ha il più alto apporto di selenio in Cina, il tasso di guarigione (percentuale di pazienti COVID-19 dichiarati “guariti”) era quasi tre volte superiore alla media di tutte le altre città nella provincia di Hubei.
Al contrario, nella provincia di Heilongjiang, dove l’assunzione di selenio con la dieta è tra le più basse al mondo, il tasso di mortalità per COVID-19 era quasi cinque volte più alto della media di tutte le altre province al di fuori di Hubei. I ricercatori hanno anche misurato la quantità di selenio nei capelli, in 17 città al di fuori di Hubei, per dare sostegno alle loro tesi.
Legame significativo tra livelli di selenio e tasso di guarigione da COVID-19
Kate Bennett, co-autrice dello studio, ha dichiarato: “Esiste un legame significativo tra i livelli selenio e il tasso di guarigione COVID-19, tuttavia è importante non sopravvalutare questa scoperta; non siamo stati in grado di lavorare con dati di livello individuale e non siamo stati in grado di tener conto di altri possibili fattori come come età e malattie pregresse “.
Un altro co-autore, Ramy Saad, medico presso il Royal Sussex County Hospital di Brighton, ha commentato: “La correlazione che abbiamo identificato è convincente, in particolare alla luce delle precedenti ricerche su selenio e malattie infettive. Pertanto, una valutazione attenta e approfondita del ruolo che il selenio può svolgere sul COVID-19 è certamente giustificata e può aiutare a guidare le decisioni in corso in materia di salute pubblica “.
Tossicità del selenio
Nonostante gli incoraggianti risultati della ricerca, sarebbe un grave errore pensare di ricorrere a dosi massicce di selenio per prevenire il COVID-19. Un consumo eccessivo di questo oligoelemento (evento molto raro) può essere infatti pericoloso, persino fatale. Ricordiamo che una dieta sana ed equilibrata è di norma sufficiente per ottenere buone quantità di selenio, senza la necessità di ricorrere a dei supplementi alimentari. Bastano ad esempio 2 noci brasiliane al giorno per raggiungere il fabbisogno giornaliero di selenio.
Tra i sintomi di intossicazione da selenio abbiamo:
- perdita dei capelli;
- vertigini;
- nausea;
- vomito;
- rossore al viso;
- tremori;
- dolore muscolare;
- nei casi più gravi, la tossicità acuta da selenio può portare a gravi sintomi intestinali e neurologici, infarto, insufficienza renale e morte.
In ogni caso non superare mai le dosi di 200 mcg di selenio al giorno. Assumere integratori contenti selenio solo previo consulto medico.
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