Un nuovo studio condotto dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora e dal Center for Functional Medicine and Focus Health di Berkeley, California, appena pubblicato su Frontier in Medicine indica due rimedi naturali, il Cryptolepis sanguinolenta e il Polygonum cuspidatum, quali possibile valida alternativa contro la malattia di Lyme resistente agli antibiotici.
Questa particolare malattia è balzata agli onori della cronaca, poiché ne hanno sofferto vip del calibro di Richard Gere, Avrile Lavigne e Bella Hadid e qui in Italia la conduttrice tv Victoria Cabello.
Trovare una cura alternativa alla malattia di Lyme resistente agli antibiotici
La malattia di Lyme o borreliosi è una malattia infettiva causata dal batterio Borrelia burgdorferi, che può essere trasmesso all’uomo attraverso il morso di zecca. La terapia per la cura della malattia di Lyme si basa sulla somministrazione di antibiotici, quali doxiciclina, cefuroxima e amoxicillina. Talvolta, tuttavia, gli antibiotici non sembrano essere sufficienti per eradicare tutte le tracce di Borrelia burgdorferi, il quale continua a proliferare indisturbato provocando nel paziente sintomi che inizialmente vanno dall’eritema (che si espande dal punto in cui è avvenuto il morso della zecca e ha forma “ad occhio di bue”), fino a artrite, dolori muscolari, astenia, febbre e persino lesioni del sistema nervoso e della pelle.
La antibiotico-resistenza è ormai un’emergenza sanitaria mondiale, capace di rendere letali e incurabili malattie apparentemente banali. Ecco perché la scienza si rivolge sempre più a ciò che offre la natura, nella speranza di trovare nuovi farmaci alternativi contro la borreliosi ed in generale contro tutte le infezioni resistenti agli antibiotici.
“Molte migliaia di pazienti con malattia di Lyme oggi, in particolare quelli con sintomi della fase avanzata che non sono stati trattati in modo efficace, hanno un gran bisogno di opzioni di trattamento efficaci e accessibili”, osserva un co-autore del nuovo studio californiano, il Dott. Sunjya Schweig.
Lo studio
Già nel 2018, uno studio su cellule coltivate in vitro aveva identificato i 10 oli essenziali potenzialmente più utili contro il Borrelia burgdorferi. Il nuovo studio californiano ha analizzato il potenziale terapeutico di 14 diversi estratti di piante nei confronti della malattia di Lyme, confrontandoli con gli effetti di due antibiotici generalmente impiegati per la cura di tale infezion, la doxiciclina e la cefuroxima.
I ricercatori in particolare hanno testato i fitoterapici contro il Borrelia burgdorferi planctonico e quello aggregato in microcolonie. I test in vitro hanno suggerito che gli estratti di sette diverse piante fossero più efficaci della doxiciclina e della cefuroxima contro i batteri della borreliosi.
Malattia di Lyme: i rimedi naturali potenzialmente più efficaci
I rimedi naturali più efficaci contro la malattia di Lyme si sono rivelati: noce nera (Juglans nigra), artiglio del diavolo (Uncaria tomentosa), assenzio dolce (Artemisia annua), cisto mediterraneo (Cistus incanus), scutellaria (Scutellaria baicalensis), china ghanese (Cryptolepis sanguinolenta) e poligono giapponese (Polygonum cuspidatum). Tuttavia quelli con la più alta attività antibatterica diretta contro il Borrelia burgdorferi erano il Cryptolepis sanguinolenta e il Polygonum cuspidatum.
Il principio attivo del Cryptolepis sanguinolenta, pianta tradizionalmente impiegata per la cura di malaria, epatite, setticemia e tubercolosi è un alcaloide chiamato criptolepina. Il Polygonum cuspidatum è fonte di un importante antiossidante appartenente alla famiglia dei polifenoli chiamato resveratrolo, cui vengono attribuite proprietà cardioprotettive e antitumorali.
“Questo studio fornisce la prima prova convincente che alcune delle erbe utilizzate dai pazienti, come Cryptolepis, noce nera, assenzio dolce, artiglio del diavolo e poligono giapponese, hanno una potente attività contro i batteri della malattia di Lyme, in particolare contro le forme resistenti, che non vengono debellate dagli attuali antibiotici“, afferma il co-autore dello studio Prof. Ying Zhang.
Malattia di Lyme debellata in una settimana con Cryptolepis sanguinolenta e Polygonum cuspidatum
Secondo quanto osservato dagli scienziati gli estratti di Cryptolepis sanguinolenta e il Polygonum cuspidatum impediscono la proliferazione dei batteri che nuotano liberi, anche a basse concentrazioni – 0,03-0,5% – e sono in grado di uccidere intere microcolonie del batterio. Un solo un trattamento di 7 giorni con estratto di chinino ghanese all’1% è stato sufficiente per eradicare il batterio coltivato in laboratorio. Inoltre, il batterio non è stato più in grado di ritornare dopo questo trattamento.
Certamente tali risultati, per quanto promettenti, sono insufficienti per poter affermare che la fitoterapia possa curare da sola la malattia di Lyme. Saranno necessari ulteriori studi sugli animali e sull’uomo per confermare l’efficacia, nonché la sicurezza degli estratti di Cryptolepis sanguinolenta e il Polygonum cuspidatum.
“Pazienti e medici si rivolgono sempre più ai rimedi fitoterapici come opzioni di trattamento aggiuntive e speriamo che questi risultati possano aiutare a comprendere meglio tali terapie. Ma saranno necessari ulteriori studi preclinici e studi clinici per stabilire prove per un trattamento efficace dei pazienti con malattia di Lyme.” conclude il co-autore dello studio il dott. Jacob Leone.
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