Un nuovo rapporto del Bundesinstitut für Risikobewertung, (Istituto Federale per la Valutazione del Rischio [BfR]) di Berlino, Germania, suggerisce che sebbene l’esposizione ai composti dell’alluminio potenzialmente tossici, sia diminuita, stiamo ancora ingerendo quantità troppo elevate di questo metallo. Gli esperti spiegano cosa possiamo fare per ridurre al minimo la nostra esposizione ai composti dell’alluminio in un documento di studio che appare sulla rivista Archives of Toxicology.
Dove si trova l’alluminio?
Senza nemmeno accorgercene, ogni giorno ingeriamo una certa quantità di composti dell’alluminio. Questa esposizione regolare si verifica perché l’alluminio è presente in molti prodotti, ecco quali:
- alimenti: l’alluminio può essere presente come additivo negli alimenti (conservanti, coloranti, emulsionanti, lieviti). A volte, la frutta o la verdura fresca contengono alluminio. Ciò può accadere perché attività umane, come le miniere, hanno contaminato il suolo con questo metallo;
- farmaci: anti-acidi, analgesici, etc.
- fogli di alluminio (carta stagnola);
- acqua potabile: ciò a causa del processo di scorrimento che porta gli elementi solubili del suolo, tra cui l’alluminio, verso gli strati più profondi del suolo stesso. Un eccesso di tale metallo potrebbe tuttavia derivare dal processo di depurazione delle acque che richiedono solfato di alluminio come agente coagulante;
- prodotti per la cottura (teglie, pentole, etc.), utensili da cucina in alluminio non rivestito;
- cosmetici: in particolare alcuni deodoranti, contengono sali di alluminio che servono a migliorare gli effetti antitraspiranti dei prodotti;
L’alluminio è tossico?
Ma l’alluminio è davvero tossico? Sebbene i pareri siano piuttosto discordanti, precedenti studi ritengono che la frequente esposizione ad alti livelli di alluminio possa causare:
- neurotossicità: effetti negativi sulla salute del sistema nervoso centrale o periferico o di entrambi;
- morbo di Alzheimer;
- cancro al seno.
Tuttavia i dubbi sulla tossicità dell’alluminio permangono e, mentre l’EFSA (Autorità Europea per la sicurezza alimentare) tende a una regolamentazione più rigorosa dei prodotti alimentari contenenti alluminio, l’americana ATSDR Agency for Toxic Substances and Disease Registry , dichiara che “l’esposizione generale all’alluminio non è generalmente dannosa”.
Lo studio
Thomas Tietz, primo autore dello studio del BfR spiega: “Dopo l’ossigeno e il silicio, l’alluminio è il terzo elemento più abbondante e quindi il metallo più comune della crosta terrestre”. I ricercatori hanno stimato il contenuto di alluminio negli alimenti disponibili per il pubblico tedesco esaminando i dati dello studio Dietary exposure to elements from the German pilot total diet study (TDS) e del National Food Consumption Study.
Hanno così scoperto che l’esposizione media settimanale attraverso la dieta all’alluminio per un adulto è inferiore del 50% rispetto alla dose settimanale tollerabile stabilita dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), vale a dire 1 milligrammo per chilogrammo (mg/kg) di peso corporeo a settimana. Questa, dicono i ricercatori, è una quantità più bassa rispetto a quella indicata da studi precedenti. Tuttavia, avvertono che l’assunzione di alluminio rimane a un livello potenzialmente dannoso per tutte le fasce d’età e che può avvenire anche attraverso altri mezzi che non siano gli alimenti.
Come ridurre l’esposizione all’alluminio
Tra i consigli suggeriti dagli esperti per ridurre l’esposizione all’alluminio abbiamo:
- prodotti cosmetici: verificare se i prodotti, come deodoranti e dentifrici, contengono composti dell’alluminio. Se le persone hanno la necessità di usare questi prodotti particolari, i ricercatori raccomandano di farlo con parsimonia;
- dieta varia: è molto difficile identificare ed evitare l’alluminio nascosto negli alimenti, ma seguire una dieta varia, alternando le varie marche può aiutare a ridurre l’esposizione alla tale sostanza potenzialmente tossica;
- No all’alluminio per cuocere e conservare gli alimenti: evitiamo di preparare e conservare gli alimenti, in particolare quelli acidi e salati, in piatti o pentole di alluminio non rivestiti o in carta stagnola;
- Neonati: per ridurre l’esposizione all’alluminio ai neonati, l’allattamento al seno, almeno per i primi 6 mesi, è la soluzione migliore.
I ricercatori del BfR hanno anche fornito raccomandazioni per i produttori di alimenti, sollecitando l’uso di materie prime a basso contenuto di alluminio e di materiali adeguatamente rivestiti durante la lavorazione e l’imballaggio degli stessi.
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