La gluten sensitivity o sensibilità al glutine non celiaca è una forma di intolleranza al glutine, diversa dalla celiachia, anche se la causa che ne scatena i sintomi è sempre l’ingestione di alimenti contenenti glutine. Definiti i meccanismi patogenetici per la prima volta nel 2010, grazie ad uno studio condotto da ricercatori dell’Università del Maryland e della seconda Università degli Studi di Napoli, si calcola che la gluten sensitivity colpisca circa 3 milioni di persone in Italia. Un numero destinato ad aumentare, poiché il glutine è presente anche in alimenti insospettabili. In quest’articolo scopriremo: cos’è la gluten sensitivity, cause, sintomi, diagnosi, cura.
Cos’è la gluten sensitivity? Differenze con la celiachia
La gluten sensitivity come la celiachia, si manifesta in seguito all’assunzione del glutine, un complesso proteico presente in alcuni cereali quali frumento, farro, kamut, segale, orzo e avena. Ma ecco quali sono le principali differenze tra gluten sensitivity e celiachia:
- A differenza della celiachia la sensibilità al glutine non causa l’atrofia dei villi intestinali, ma solo un’infiammazione delle mucose;
- La celiachia è dovuta a un difetto dell’immunità innata (quella che abbiamo tutti dalla nascita) e di quella adattiva (la risposta dell’organismo a un agente percepito come pericoloso), la gluten sensitivity comporta solo un’alterazione dell’immunità innata;
- Per quanto detto sopra la reazione al glutine avviene entro poche ore dal consumo dell’alimento contenente glutine, mentre in chi è affetto da celiachia possono passare mesi o addirittura anni prima del manifestarsi dei sintomi.
C’è tuttavia chi sostiene (ma ciò deve essere ancora provato) che la gluten sensitivity non sia altro che la fase iniziale della celiachia che, se non diagnosticata per tempo e dunque se non si segue una dieta aglutinata (unica “cura” per i maltati di morbo celiaco), prima o poi si evolverà nel morbo celiaco conclamato.
Cause della gluten sensitivity
Alla base della gluten sensitivity vi è la difficoltà a digerire la gliadina – una proteina presente nel glutine – da parte degli enzimi che nel nostro organismo sono deputati a rompere i legami fra i diversi aminoacidi della catena proteica. A causa di ciò tali frammenti proteici rimangono uniti e il nostro corpo li percepisce come un nemico da neutralizzare attraverso la produzione di anticorpi. La risposta immunitaria a sua volta provoca un’importante reazione infiammatoria cui segue il manifestarsi tutta la serie di sintomi e disturbi caratteristici della gluten sensitivity che vedremo più avanti.
Tra le ipotetiche cause della gluten sensitivity non si possono escludere i trattamenti ai quali è sottoposto il grano moderno: la gran parte del frumento viene irrorata con antiparassitari e diserbanti, come il ben noto glifosato. La crescente diffusione della gluten sensitivity potrebbe essere anche causata da un alto consumo di alimenti ricchi di glutine “pesante”. Oggi, al fine di ottenere una resa migliore, gran parte del grano in commercio viene irradiato con raggi X e gamma del cobalto radioattivo. Questo fa sì che il glutine presente nel frumento sia superiore del 10% rispetto ai grani antichi. L’ipotesi è che il nostro organismo non si sia evoluto abbastanza per riuscire a gestire eccessive quantità di questa proteina.
Sensibilità al glutine non celiaca : sintomi
Hai difficoltà a digerire alcuni alimenti come la pasta, il pane o la pizza? Il gonfiore aumenta dopo averli mangiati, ma il medico ha escluso la celiachia? Questi sono solo alcuni dei sintomi che potrebbero indurci a pensare che i nostri disturbi siano causati dalla sensibilità al glutine. Ma questa intolleranza può manifestarsi sia attraverso sintomi intestinali che extraintestinali, non sempre presenti tutti insieme e la cui gravità può dipendere anche da quanto glutine si è assunto.
Ecco quali sono i sintomi principali della gluten sensitivity e i disturbi che possono essere ad essa associati:
- gastrite;
- sindrome del colon irritabile;
- gonfiore;
- dolore addominale;
- stipsi;
- diarrea;
- reflusso gastroesofageo;
- rinite;
- sinusite;
- tracheite;
- bronchite;
- afte;
- dermatite;
- orticaria;
- psoriasi;
- artrite;
- dolori muscolari;
- osteoporosi;
- cistite;
- vaginite;
- amenorrea;
- aborti spontanei;
- infertilità;
- menopausa precoce;
- pancreatite;
- mal di testa;
- disturbi della memoria;
- ansia;
- insonnia;
- depressione;
- ipertensione;
- ipercolesterolemia;
- sovrappeso;
- dimagrimento;
- anemia;
- stanchezza cronica;
- malattie autoimmuni come le tiroiditi.
Gluten sensitivity: diagnosi
La difficoltà nel giungere ad una corretta diagnosi dipende dal fatto che la gluten sensitivity spesso si presenta, come abbiamo visto, con sintomi molto eterogenei, che apparentemente non hanno alcun nesso tra di loro. Pertanto spesso il paziente viene curato, per i singoli disturbi, da specialisti di branche differenti con tanti farmaci, ma senza ottenere risultati soddisfacenti.
La prima cosa da fare, con l’aiuto del nostro medico di fiducia, è quella di escludere che quello di cui soffriamo si tratti di allergia al grano, la quale causa un’alterazione significativa degli anticorpi di classe IgE e una positività al Prick test, o se si tratti di celiachia. In caso di celiachia le analisi del sangue evidenzieranno la presenza di anticorpi antigliadina AGA e antiendomisio EMA. Una biopsia intestinale normale o con alterazioni minime (Marsh 0 o Marsh 1 con incremento dei linfociti intraepiteliali, ma con villi assolutamente normali), darà la conferma che ciò di cui soffriamo non è morbo celiaco.
Solo nella metà dei casi di gluten sensitivity le analisi del sangue riveleranno la presenza di anticorpi antigliadina AGA del tipo IgG, ma nel restante 50% i test saranno negativi. Al momento dunque, l’unica possibilità per capire se una persona soffre o meno di Gluten Sensitivity è l’osservazione dei sintomi. Se si sospetta la sindrome, lo specialista consiglierà una dieta priva di glutine per almeno quattro settimane; dopo tale periodo, ne valuterà i benefici e, poi, deciderà se far reintrodurre il glutine e ne valuterà gli eventuali disturbi alla ripresa del consumo.
Gluten sensitivity: cura
In alcuni casi, a differenza della celiachia, la gluten sensitivity è reversibile, ma il reinserimento del glutine nella dieta non può avvenire prima di aver spento completamente l’infiammazione della mucosa intestinale. Il consumo di glutine dovrà essere comunque moderato, non più di due volte alla settimana e con almeno tre giorni di distanza l’una dall’altra. Ci sono, invece, persone in cui l’esclusione del glutine dalla dieta diventa permanente. Per loro, l’industria farmaceutica sta mettendo a punto degli integratori a base di enzimi digestivi da assumere prima del pasto.
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