La salute, anche quella mentale, potrebbe essere condizionata dai livelli di colesterolo nel sangue. Sappiamo tutti che il colesterolo alto è un fattore di rischio per malattie cardiovascolari e neurologiche come infarto e ictus, ma quali sono le conseguenze sulla salute di un colesterolo troppo basso?
Secondo uno studio, realizzato dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e dall’Università degli Studi di Genova, in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania e presentato al convegno Internazionale di Suicidologia, svoltosi a Roma e organizzato dall’Università La Sapienza con il supporto della Fondazione Internazionale Menarini, un colesterolo troppo basso sarebbe associato ad un incremento delle probabilità di tentare il suicidio in pazienti con diagnosi di disturbo bipolare.
Un basso livello nel sangue, ben al di sotto dei valori normali di 200 mg/dl, di questa classe di lipidi (steroli), sarebbe in grado di far ‘saltare’ il freno all’aggressività e all’impulsività in questi soggetti con conseguenze anche drammatiche.
Avere un colesterolo basso fa male?
Il colesterolo, nonostante venga da più parti demonizzato per i suoi effetti negativi, in giusta misura è un importante componente del nostro organismo. Il colesterolo entra a far parte della struttura delle membrane cellulari ed è il precursore di ormoni steroidei, vitamina D e acidi biliari. Una carenza di colesterolo (ipocolesterolemia) può tradursi in malattie quali cancro, depressione e malattie respiratorie di cui tuttavia non è chiaro se ne rappresenti una causa o una conseguenza delle stesse.
Certamente bassi livelli di colesterolo sono associati a compromissione dello stato di salute e declino funzionale soprattutto nei pazienti anziani ed ospedalizzati. Il nuovo studio italiano, appena pubblicato su Frontiers in Psychiatry, ha messo in luce un’altra possibile conseguenza di un colesterolo troppo basso in persone con disturbo bipolare: l’aumento della tendenza suicida.
Colesterolo basso aumenta rischio di suicidio in persone con disturbo bipolare
I ricercatori hanno raccolto i dati di 632 pazienti, fra cui 432 che avevano tentato il suicidio, arrivati al Pronto Soccorso dell’Irccs Policlinico San Martino di Genova. “A tutti sono stati misurati diversi parametri clinici, fra cui i livelli di colesterolo e proteina C reattiva plasmatica, indicativa di infiammazione“, spiega il Dott. Mario Amore, coordinatore dell’indagine e ordinario di Psichiatria presso l’Università di Genova.
“Abbiamo così verificato – prosegue – che, nelle persone con disturbo bipolare, c’è una correlazione significativa fra bassi livelli di colesterolo totale e probabilità di tentare il suicidio, in particolare attraverso tentativi ad alto grado di letalità”. I tentativi di suicidio si associano a valori inferiori di colesterolo Ldl, Hdl e di trigliceridi totali: un profilo in cui c’è uno squilibrio verso il basso di tutte le componenti lipidiche. Ma perché ciò avviene?
Bassi livelli di colesterolo rimuovono il freno all’istinto suicida
Il presidente del convegno Maurizio Pompili, ordinario di Psichiatria alla Sapienza, spiega le possibili ragioni dietro il comportamento suicida in persone affette da disturbo bipolare con colesterolo basso: “E’ noto – sottolinea il – che bassi livelli di colesterolo possono aumentare l’infiammazione nel sistema nervoso centrale e alterare il sistema di trasmissione della serotonina, fondamentale per il controllo dell’impulsività. Questo modifica anche la capacità di rispondere al neurotrasmettitore, portando così a una minore soppressione di istinti impulsivi e violenti come i tentativi di suicidio“.
Con il colesterolo troppo basso dunque verrebbe meno quel “freno” che ci impedisce di compiere gesti estremi. Il colesterolo basso in malati psichiatrici è un campanello d’allarme da non sottovalutare e su cui poter costruire strategie per prevenire il tentativo di suicidio e le più o meno gravi conseguenze sulla salute dei sopravvissuti: “Il colesterolo basso, in soggetti affetti da un disturbo bipolare, – conclude – potrebbe diventare un elemento da ‘correggere’ per ridurre il pericolo di un gesto estremo”.
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