È il sogno di tutti coloro che faticano per rimanere in forma: poter mangiare, anche solo di tanto in tanto, ciò che si ama, senza la paura di ingrassare. Purtroppo per chi possiede il famigerato “gene dell’obesità” (o geni, si calcola che esistano più di 200 variazioni geniche che influenzano il peso, la distribuzione del grasso e il metabolismo) la tendenza ad ingrassare può essere tenuta a bada solo facendo grandi rinunce a tavola e mantenendosi il più attivi possibile.
Ma perché c’è chi si può abbuffare, rimanendo comunque magro, e chi appena commette il minimo sgarro subito ingrassa? A svelare il segreto dei fortunati naturalmente magri è un gruppo di scienziati svizzeri del Nestlè Institute of Health Sciences.
Lo studio
Le differenze genetiche non riguardano solo aspetti esteriori che tutti possiamo notare, come l’avere gli occhi azzurri o neri o i capelli biondi o castani. Il nostro essere unici e diversi l’uno dall’altro si esprime anche attraverso diversità che riguardano ogni singola componente, anche la più piccola, del nostro organismo. Gli scienziati svizzeri per il loro studio appena pubblicato sul The American Journal of Clinical Nutrition, hanno provato ad esaminare il funzionamento delle cellule adipose di un gruppo di uomini e donne (30 persone in tutto) capaci di mangiare qualunque cosa senza ingrassare.
Questi volontari avevano un IMC pari a 18,5 o inferiore, di solito associato ad un estrema magrezza, al limite del sottopeso. Tuttavia nessuno di essi soffriva di disordini alimentari e mangiavano e facevano esercizio fisico a livelli normali. I volontari sono stati sottoposti dunque al prelievo di piccole quantità grasso dallo stomaco ed hanno fornito anche dei campioni di sangue, urine e feci da esaminare.
Cellule adipose più efficienti nelle persone magre
I ricercatori hanno così scoperto il segreto di coloro che non ingrassano pur mangiando senza particolari rinunce. Osservando le cellule adipose del loro stomaco si è potuto notare che erano grandi quasi la metà (il 40% in meno) delle dimensioni medie di una cellula di questo tipo ed erano in grado di produrre più energia, ovvero bruciare più efficientemente il grasso, rispetto agli adipociti delle persone di peso medio.
Le cellule adipose delle persone magre avevano espressioni anormalmente elevate di geni coinvolti sia nella degradazione che nella produzione di grasso. Gli adipociti delle persone magre presentavano inoltre mitocondri più attivi. I mitocondri sono gli organelli cellulari che bruciano il grasso per produrre energia. In buona sostanza dunque le cellule adipose delle persone magre sono geneticamente inclini a bruciare così tanto grasso che non fanno in tempo ad accumularlo.
Il segreto di chi mangia tanto e non ingrassa
I ricercatori hanno definito tale processo un “inutile ciclo lipidico” che consiste in un ciclo di riduzione costante del grasso corporeo. Il tessuto adiposo con meno cellule ma più grandi, tipico delle persone che tendono ad ingrassare è descritto come “ipertrofico”, mentre il tessuto adiposo con tanti adipociti di dimensioni più piccole che caratterizza le persone naturalmente magre è definito “iperplastico”.
Il tessuto adiposo ipertrofico è collegato all’insulino-resistenza, al diabete e alle malattie cardiovascolari. L’esame delle feci dei volontari magri non ha rilevato alcuna differenza. Tuttavia questi soggetti presentavano nelle loro urine livelli più bassi di creatina, un prodotto di scarto dell’organismo, che spiega in parte perché le persone magre hanno anche meno massa muscolare: bassi livelli di creatinina indicano la perdita di massa muscolare che di solito si verifica con l’avanzare dell’età.
La speranza di nuove cure contro l’obesità
Gli autori dello studio commentano infine così le loro scoperte: “Per la prima volta abbiamo mostrato, per quanto ne sappiamo, che un basso peso corporeo persistente nell’uomo è associato a caratteristiche del tessuto adiposo bianco che sono opposte a quelle dei pazienti obesi“. La speranza dei ricercatori è che i risultati del loro studio possano aprire le porte a nuove cure contro l’obesità, un problema grave e sempre più diffuso a livello globale.
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