L’adozione di una dieta vegana, ovvero priva di qualsiasi alimento di origine animale, compresi latte e uova, può portare ad una carenza di un nutriente fondamentale per la salute del cervello, ma a cui non si da sufficiente importanza, la colina. Secondo quanto affermato da una nutrizionista britannica, Emma Derbyshire, del Nutritional Insight, sulle pagine della rivista online BMJ Nutrition, Prevention & Health, per scongiurare ciò occorrerebbe innanzitutto fornire al consumatore delle linee guida chiare sui ruoli e le funzioni della colina, sui livelli di assunzione raccomandati e su come prevenirne la carenza, anche e soprattutto nell’ambito di diete a base vegetale.
Cos’è la colina? Ruoli e funzioni nell’organismo umano
La Dott.ssa Derbyshire non intende tuttavia scagliarsi contro chi sceglie di seguire una dieta vegana, ma accusa il governo del Regno Unito di non aver incluso la colina nella guida dietetica nel Regno Unito o nei dati di monitoraggio della popolazione nazionale. La colina, detta anche vitamina J, è un micronutriente del tutto simile alle vitamine del gruppo B che nel nostro organismo svolge l’importante ruolo di coenzima per la costituzione di membrane cellulari e neurotrasmettitori colinici (acetilcolina).
“La colina è fondamentale per la salute del cervello, in particolare durante lo sviluppo fetale. Influisce anche sulla funzionalità epatica e la sua carenza è legata a irregolarità nel metabolismo dei grassi nel sangue e al danno cellulare causato da un eccesso di radicali liberi“, scrive la dott.ssa Derbyshire. Chimicamente si tratta di un’ammina, composto organico solo in parte sintetizzato dal nostro organismo nel fegato, a partire dalla metionina e altri due nutrienti, acido folico e cobalamina (vitamina B12), entrambi spesso carenti nella dieta vegana. Ma la quantità che noi produciamo non è comunque sufficiente per soddisfare le esigenze del corpo umano e mantenere in salute il cervello.
Dosi giornaliere raccomandate di colina
Nel 1998, riconoscendo l’importanza della colina, il Food and Nutrition Board of the Institute of Medicine of the National Academy of Sciences Statunitense ha stabilito i livelli di assunzione giornaliera minima di vitamina J:
- donne: da 425 mg al giorno;
- uomini: 550 mg al giorno;
- donne durante gravidanza: 450 mg al giorno;
- donne durante allattamento: 550 mg al giorno.
Nel 2016 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha pubblicato la raccomandazione di dosi giornaliere di colina del tutto analoghe. Tuttavia, i sondaggi compiuti in Nord America, Australia ed Europa mostrano che l’assunzione abituale di colina, in media, non è all’altezza di queste raccomandazioni. “Questo è preoccupante dato che le tendenze attuali sembrano andare verso la riduzione della carne e le diete a base vegetale“, afferma il dott.ssa Derbyshire.
La dott.ssa è critica anche nei confronti della Dieta universale Lancet (rapporto EAT-Lancet) che propone un piano alimentare sano basato sulla sostenibilità ambientale, ma che suggerisce anche di limitare l’assunzione di latte intero, uova e proteine animali esponendoci al pericolo di carenze colina. “Bisogna fare di più per educare gli operatori sanitari e i consumatori sull’importanza di una dieta ricca di colina e su come raggiungerla“, è il monito della nutrizionista.
“Se la colina non viene ottenuta nei livelli necessari dalle fonti alimentari di per sé, saranno necessarie strategie di integrazione, soprattutto in relazione alle fasi chiave del ciclo di vita, come la gravidanza, quando l’assunzione di colina è fondamentale per lo sviluppo del bambino”, conclude. Di seguito vengono riportate le fonti alimentari di colina sia animali che vegetali.
Fonti alimentari di colina
La colina si trova diffusa in molti alimenti di origine animale e in piccole quantità anche in quelli di origine vegetale. Ecco quali sono le fonti principali di colina:
- latte materno;
- tuorlo d’uovo;
- semi di soia;
- germe di grano;
- fegato;
- vitello;
- tacchino;
- lievito di birra;
- legumi;
- cavoli, broccoli ed altre crucifere.
E’ possibile introdurre la colina sia indirettamente, attraverso la lecitina alimentare, che direttamente mediante integratori a base di fosfatidil-colina (pillole, polvere e cloruro), in formulazioni che spesso comprendono oltre che la vitamina J, anche le vitamine del gruppo B.
Chi segue una dieta vegana non dovrà dunque affatto abbandonare il proprio regime alimentare, ma semplicemente avere il buon senso di scegliere una dieta varia e ricca, ricorrendo, se necessario, in accordo con il proprio medico di fiducia, all’uso di integratori a base di colina, specie durante gravidanza e allattamento, per non compromettere lo sviluppo del cervello del feto.
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