Il sambuco è noto soprattutto per i liquori, le marmellate o i succhi che se ne ricavano, ma è da considerarsi a tutti gli effetti una pianta dalle formidabili proprietà medicinali. Tra di esse quella tradizionalmente riconosciuta di favorire la guarigione da influenza e raffreddore, oggi confermata da uno studio scientifico condotto dall’Università di Sidney e riportato sul Journal of functional foods.
Le proprietà del sambuco
Il sambuco, Sambucus nigra, (famiglia Caprifolicee) è un arbusto o piccolo albero molto diffuso in Europa e Nord America. Lo ritroviamo lungo viottoli e torrenti, in incolti e boscaglie e viene spesso coltivato per formare siepi divisorie tra i campi. Della pianta si utilizzano fiori, corteccia, foglie essiccati per realizzare tisane, tinture madri, mentre dai frutti (bacche) si ottengono liquori, succhi e marmellate. Persino i giovani germogli e le ombrelle fiorali possono essere mangiati, i primi cucinati come degli asparagi, le seconde fritte.
Molte sono le proprietà tradizionalmente attribuite al sambuco: diaforetica (aumenta la sudorazione, favorendo l’abbassamento della febbre) antinevralgica, emolliente, lassativa o purgante, antifibrillante, emetica, antireumatica, debolmente antinfiammatoria, stimolante la secrezione bronchiale, depurativa, schiarente, disarrossante. Le bacche di sambuco sono ricche di vitamina C, A, flavonoidi (antociani), sali minerali. In virtù di tutte queste proprietà il sambuco è ritenuto utile per curare:
- influenza, raffreddore, infezioni delle vie respiratorie, tosse, faringiti, bronchiti, riniti;
- stitichezza o stipsi;
- emorroidi;
- aritmie;
- infezioni o infiammazioni delle vie urogenitali, cistiti, uretriti, litiasi urinaria, edemi da ritenzione;
- reumatismi;
- gotta: aiuta ad eliminare l’acido urico;
- dermatosi, eruzioni cutanee;
- nevralgie;
- epilessia.
Controindicazioni del sambuco
Prima di assumere il sambuco quale rimedio naturale per combattere i sintomi dell’influenza è bene conoscerne le possibili controindicazioni ed effetti collaterali. Tutta la pianta (ma soprattutto i frutti) consumata in dosi elevate causa nausea, vomito e dolori addominali. Il sambuco va evitato in chi soffra di disturbi gastro-intestinali e problemi a carico di reni e fegato. Non consumare i frutti acerbi.
Le bacche di sambuco giungono a maturazione tra fine estate, inizio autunno. Le foglie fresche, i fiori, la corteccia, i giovani germogli e le radici contengono un alcaloide amaro e anche un glucoside che, in determinate condizioni, può produrre acido cianidrico. Evitare la raccolta fai-da-te se non si è in grado di distinguere perfettamente il Sambucus nigra da altre specie somiglianti, ma estremamente velenose come il Sambucus ebulus. Evitare l’assunzione del sambuco in concomitanza con farmaci diuretici, integratori di ferro. In caso di dubbi consultare sempre il medico prima di ricorrere a qualsiasi rimedio naturale.
Studio conferma proprietà antinfluenzali del sambuco
La scoperta dei ricercatori australiani è l’ennesima conferma di quanto la natura sia generosa nel fornirci i farmaci e medicamenti di cui abbiamo bisogno. I ricercatori di ingegneria chimica e biomolecolare della facoltà di ingegneria e informatica dell’Università di Sydney hanno rivelato come un antico rimedio popolare, le bacche di sambuco, riescano a combattere l’influenza.
Il team guidato dalla professoressa Fariba Deghani, dal dott. Golnoosh Torabian e dal dott. Peter Valtchev ha dimostrato in che modo i composti contenuti nelle bacche di sambuco riescano ad inibire direttamente l’ingresso del virus dell’influenza e la sua replicazione nelle cellule umane, aiutando nel contempo a rafforzare la nostra risposta immunitaria.
“Ciò che il nostro studio ha dimostrato è che il comune sambuco ha un potente effetto antivirale diretto contro il virus dell’influenza“, ha dichiarato il dott. Golnoosh Torabian.“Inibisce le prime fasi dell’infezione bloccando le proteine virali chiave responsabili dell’attacco e dell’ingresso nelle cellule ospiti”. I ricercatori per il loro studio hanno utilizzato un estratto di succo proveniente da piante coltivate per scopi commerciali.
L’estratto delle bacche di sambuco è stato testato su cellule umane coltivate in vitro, prima, durante e dopo essere state infettate dal virus dell’influenza.
Gli antociani sono i responsabili dell’attività antinfluenzale
I fitochimici presenti nel succo di sambuco hanno arrestato il virus influenzale inibendone la diffusione. Ma ancora più incredibile è stato verificare l’efficacia del succo di sambuco nell’inibire la propagazione virale negli stadi successivi quando le cellule erano già state infettate con il virus. “Questa osservazione è stata abbastanza sorprendente e piuttosto significativa perché bloccare il ciclo virale a più stadi ha una maggiore possibilità di inibire l’infezione virale”, ha spiegato il dott. Peter Valtchev.
“In aggiunta a ciò, abbiamo identificato che la soluzione di sambuco stimolava anche le cellule a rilasciare certe citochine, che sono messaggeri chimici che il sistema immunitario utilizza per la comunicazione tra diversi tipi di cellule per coordinare una risposta più efficiente contro l’agente patogeno invasore“, ha concluso la prof Fariba Deghani.
Gli scienziati hanno anche scoperto a quali composti chimici del sambuco debbano essere attribuite le proprietà antinfluenzali: gli antociani, fitonutrienti responsabili dell’intenso colore viola scuro delle bacche.
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