La curcuma, nota spezia dal colore giallo-arancio non ha bisogno di grandi presentazioni. Essa è l’ingrediente principale del curry, miscela di spezie indiane dal tipico inconfondibile aroma. Commercializzata principalmente in polvere, ormai non è difficile trovarla fresca presso un qualsiasi supermercato. La radice (rizoma) è riconoscibile per il suo aspetto bitorzoluto grigiastro all’esterno, di un bell’arancio brillante all’interno.
La Curcuma longa L. appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae, la stessa dello zenzero. Con esso condivide la nomea di pianta dalle mille proprietà. Lo “zafferano delle Indie” rappresenta infatti una sorta di panacea dall’azione antinfiammatoria, antiossidante, depurativa, coleretica, colagoga, antitumorale. Ciò sembra dipendere dal suo principale principio attivo, la curcumina. Secondo l’Università della California, Los Angeles, la curcuma combatte anche demenza e depressione. I risultati dello studio californiano si trovano sull’American Journal of Geriatric Psychiatry.
In India bassa incidenza di depressione e demenza: dipende dal consumo di curcuma?
In India vi è una bassa incidenza di malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer. Sembra che ciò possa dipendere dal grande consumo di curcuma che si fa in questo Paese. Ma uno dei problemi principali della curcumina risiede nella sua bassa biodisponibilità, cosa che spiega in parte la discordanza tra i risultati ottenuti da alcuni studi precedenti. Per il nuovo studio in questione i ricercatori californiani hanno somministrato ai volontari un integratore a base di curcumina, formulato in modo che potesse essere facilmente assimilabile.
Lo studio
Il nuovo studio in doppio cieco, controllato con placebo, ha coinvolto 40 adulti di età compresa tra i 50 e i 90 anni che presentavano lievi deficit della memoria. Ai partecipanti sono stati assegnati, in modo casuale un placebo o 90 milligrammi di curcumina, da assumere due volte al giorno per 18 mesi. Tutti i 40 soggetti hanno ricevuto valutazioni cognitive standardizzate all’inizio dello studio e ogni sei mesi. Il monitoraggio dei livelli di curcumina nel sangue sono stati eseguiti all’inizio dello studio e alla fine di esso. Trenta dei volontari sono stati sottoposti a tomografia a emissione di positroni, o scansioni PET, per determinare i livelli di proteine amiloidi e tau depositate nel loro cervello. Gli esami sono stati fatti all’inizio dello studio e dopo i 18 mesi. Ricordiamo che le proteine amiloidi e tau sono coinvolte nella genesi di demenze neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer.
Demenza e depressione: le straordinarie proprietà della curcuma
Coloro che hanno assunto la curcumina hanno ottenuto miglioramenti significativi della memoria e dei livelli di attenzione. I soggetti che hanno ricevuto il placebo no. Nell’esecuzione dei test di memoria, le persone che hanno assunto l’integratore a base di curcumina sono migliorate del 28% nell’arco dei 18 mesi. Anche il tono dell’umore è decisamente migliorato e a livello dell’amigdala e dell’ipotalamo presentavano minori quantità di amiloide e tau rispetto a coloro che avevano assunto il placebo. L’amigdala e l’ipotalamo sono regioni del cervello che controllano diverse funzioni emotive e di memoria. Quattro tra coloro che avevano assunto la curcumina e due di quelli che avevano assunto il placebo, hanno riportato lievi effetti collaterali, come dolore addominale e nausea.
La curcumina possiede anche proprietà antidepressive?
I ricercatori dell’UCLA hanno in programma di condurre un nuovo studio di follow-up che possa coinvolgere un maggior numero di persone. Lo studio includerà alcune persone con depressione lieve, così da poter confermare o meno le proprietà antidepressive della curcumina. Il campione più ampio consentirebbe anche di analizzare se gli effetti sulla memoria siano variabili in relazione al rischio genetico per lo sviluppo di demenza senile, all’età o all’estensione dei problemi cognitivi. Il Dott. Small, autore principale dello studio e docente della UCLA Parlow-Solomon on Aging, conclude: “Questi risultati suggeriscono che l’assunzione di questa forma relativamente sicura di curcumina potrebbe fornire benefici cognitivi significativi nel corso degli anni”.
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