L’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza potrebbe incidere sulla salute e le aspettative di vita del bambino. Le particelle inquinanti disperse nell’aria sono infatti in grado di raggiungere il feto, provocando l’accorciamento dei telomeri. I telomeri sono un biomaker genetico, indicatore dell’invecchiamento biologico. Questo è quanto emerge da un recente studio pubblicato su JAMA pediatrics.
Inquinamento atmosferico in gravidanza
I ricercatori hanno esaminato 641 coppie madre-neonato reclutati tra febbraio 2010 e dicembre 2014, per partecipare ad uno studio belga sull’influenza ambientale in età avanzata. Questo progetto di ricerca, tuttora in corso, esplora la correlazione tra invecchiamento umano e fattori ambientali. Per lo studio sono state selezionate solo donne che avevano partorito un unico figlio a tempo debito (dopo 37 settimane di gestazione). Per misurare l’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza, il gruppo di ricerca si è basato sulle letture registrate da dispositivi di monitoraggio calibrati per stimare il particolato (PM 2.5) presso l’abitazione della madre. Il particolato è una miscela di particelle solide e goccioline liquide disperse nell’aria. Il numero 2.5 si riferisce alle particelle inalabili con un diametro di 2,5 micrometri o inferiore. Il PM 2,5 è circa 30 volte più piccolo del diametro medio di un capello umano, che è di circa 70 micrometri.
Telomeri accorciati a causa dell’inquinamento
Per misurare la lunghezza dei telomeri dei neonati, i ricercatori hanno estratto il DNA dal sangue del cordone ombelicale e dal tessuto placentare. I ricercatori, tenendo conto di alcuni parametri della madre come indice di massa corporea, etnia, fumo, hanno scoperto che quelle maggiormente esposte a PM 2,5 partorivano neonati con telomeri significativamente più corti. Ogni aumento di 5 microgrammi per metro cubo dell’esposizione all’inquinamento atmosferico è stato associato a telomeri del sangue del cordone ombelicale del 9% più corti. I telomeri placentari erano del 13% più brevi. Il periodo più vulnerabile per quanto riguarda l’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza sembra essere il secondo trimestre. Secondo i ricercatori il particolato agirebbe generando più specie di ossigeno reattivo (radicali liberi) nell’utero materno, i quali a loro volta sarebbero la causa dell’accorciamento dei telomeri del bambino.
La riduzione dell’inquinamento favorisce la longevità
All’interno delle cellule, un accumulo di radicali liberi è causa di danni al DNA, all’RNA e alle proteine. Ciò è responsabile della morte cellulare e delle malattie cardiovascolari. I ricercatori pensano che una riduzione dei livelli di polveri sottili respirate durante la gravidanza potrebbe favorire la longevità. Vero è che i telomeri potrebbero accorciarsi anche a causa dello stress a cui la madre è sottoposta in gravidanza e la lunghezza degli stessi viene ereditata dai genitori. Pur con tutti i limiti del caso, questo studio fornisce dei dati interessanti e solleva delle importanti questioni sulla pericolosità dell’inquinamento a cui siamo quotidianamente esposti.
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10 thoughts on “L’esposizione prima della nascita all’inquinamento atmosferico accorcia le nostre vite”