Il battere incessante del nostro cuore è una costante a cui non badiamo normalmente o di cui ci accorgiamo solo dopo aver svolto una qualche attività fisica o quando ci sentiamo particolarmente agitati o emozionati, persino innamorati. E fin qui tutto ok. Ma a volte qualcosa si “inceppa”: un tuffo al cuore, una sensazione di battito d’ali nel petto, improvviso, un episodio isolato o che tende a ripetersi senza un apparente motivo. Si tratta di extrasistoli: ma quando è il caso di preoccuparsi?
Come funziona un cuore sano
Le extrasistoli sono nella gran parte dei casi delle manifestazioni benigne che non dovrebbero destare particolari preoccupazioni. In un cuore sano gli impulsi contrattili (si tratta di impulsi elettrici) si formano in un punto del cuore chiamato nodo del seno atriale. Il nodo del seno atriale è un piccolo ammasso di cellule del miocardio, tessuto connettivo e miofibrille, che funge da vero e proprio pace-maker naturale. Esso si trova, nella parte alta del cuore nella giunzione tra l’atrio destro con la vena cava superiore. Il nodo del seno atriale è innervato da fibre nervose che ne regolano la contrazione atriale.
Alla contrazione atriale segue la trasmissione dell’impulso elettrico al nodo del seno ventricolare (che si trova tra l’apertura del seno coronarico e l’inserzione della valvola tricuspide) che provvederà alla successiva trasmissione di tale impulso attraverso i fascio di His, per la contrazione dei ventricoli. Il tutto avviene normalmente in maniera armoniosa seguendo un ritmo definito sinusale. Quando tale ritmo in qualche maniera viene meno può subentrare il fenomeno delle extrasistoli.
Extrasistoli, cosa sono: quando preoccuparsi
Ogni contrazione del cuore si chiama sistole. Se una sistole avviene fuori tempo, con un certo anticipo rispetto ad una sistole regolare, cui segue una pausa più lunga delle solite, che la separa dalla contrazione normale che segue, si parla di extrasistole. Nei casi più comuni avviene una singola extrasistole, che innesca la sensazione tipica delle palpitazioni o cardiopalmo. E’ come se ci si accorgesse improvvisamente del battito cardiaco, normalmente ignorato. Le extrasistoli possono essere atriali o ventricolari (le più comuni), a doppiette, triplette o appunto isolate.
Occorre preoccuparsi solo quando li extrasistoli risultano in successione, in quanto potrebbero essere il preludio di una condizione cardiaca ben più grave, definita fibrillazione atriale.
Extrasistoli: esami e diagnosi
Gli esami che permettono di individuare le extrasistoli sono l’elettrocardiogramma e l’Holter, uno speciale dispositivo da indossare per 24 h o in casi particolari fino a 90 giorni. L’Holter registrerà tutte le attività cardiache in qualunque momento della giornata, rilevando anche eventi che possono sfuggire al semplice elettrocardiogramma. Se viene individuata la presenza di anomalie cardiache degne di nota occorrerà eseguire degli esami più specifici come la coronografia.
Cause delle extrasistoli e cure
Le extrasistoli possono verificarsi a qualunque età ed in qualunque momento, non devono mai generare particolari ansie e la gran parte delle volte non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ma vediamo quali sono le cause più comuni delle extrasistoli e quali le cure consigliate:
- Ansia e stress: come in una sorta di circolo vizioso, proprio ansia e stress possono giocare un ruolo fondamentale nell’insorgenza di extrasistole. Se l’extrasistolia su base ansiosa tende a ripetersi e a divenire fastidiosa può essere utile l’assunzione di bassi dosaggi di farmaci betabloccanti, ansiolitici o alcuni rimedi erboristici (biancospino, valeriana, etc..);
- Patologie secondarie: le extrasistoli possono essere un sintomo di altre malattie quali disfunzioni tiroidee (ipertiroidismo), pressione alta (ipertensione), diabete o disfunzioni a carico del surrene. In questo sarà bene indagare e curare la causa principale del disturbo con l’aiuto del medico, che consiglierà le terapie più adeguate;
- Gastrite o ernia iatale: fateci caso, se le extrasistoli compaiono dopo i pasti, durante la digestione possono essere collegate a gastrite o ernia iatale. Lo stomaco, dopo aver mangiato, si distende e premendo sul cuore può provocare l’estrasistole. Anche in questo caso sarà bene curare la condizione medica di fondo per eliminare il problema di questo tipo di aritmia;
- Té, caffé, tabacco, alcool, eccessiva stanchezza, malnutrizione, carenza di potassio: possono causare extrasistoli, sempre di tipo benigno. Basterà allontanare la causa per notare un netto miglioramento o la risoluzione del disturbo;
- Patologia cardiaca: solo in questi casi le aritmie saranno più gravi e potrà essere necessario ricorrere ai farmaci antiaritmici come i già citati betabloccanti o l’amiodarone. Talvolta sarà necessario ricorrere ad interventi chirurgici come l’ablazione o l’inserimento di un pacemaker.
Extrasistole e sport
Veniamo infine ad una domanda frequente: in presenza di extrasistoli, si può continuare a fare sport? La risposta è si! Anche chi pratica sport e soffre di extrasistolia benigna non ha nulla di cui preoccuparsi, lo svolgimento di attività fisica anzi questa sembra persino mitigarne i sintomi.
In caso di dubbi o domande sulla propria salute, consultare il parere medico. Il presente articolo ha il solo scopo informativo.
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