I ricercatori dell’Università di Granada (UGR), del Centro de Investigación Mente, Cerebro y Comportamiento e della Facoltà di Psicologia, nell’ambito del progetto di ricerca denominato GESTASTRESS, hanno dimostrato come gli alti livelli di cortisolo presenti nei capelli delle gestanti durante il primo o il terzo trimestre di gravidanza, possano indicare quali di esse avrà maggiori probabilità di soffrire di depressione post-partum. Lo studio è stato pubblicato recentemente su Plos one. Prima di scoprirne i dettagli, capiamo cos’è la depressione post-partum, condizione da distinguere dal semplice “baby blues“.
Depressione post-partum: cos’è?
La depressione post-partum è l’incubo di qualsiasi donna che si appresta a diventare mamma. Se da una parte con l’arrivo di un bambino è del tutto normale sperimentare emozioni anche molto forti, quell’ansia mista a gioia può talvolta sfociare in qualcosa di ben più grave. Gran parte delle donne vivranno subito dopo il parto un periodo di circa 2 settimane, denominato “baby blues“. Il “baby blues” è caratterizzato da sbalzi d’umore, crisi di pianto, disturbi del sonno. I sintomi della depressione post-partum sono simili al “baby blues”, ma di intensità e durata superiore: la neomamma può arrivare persino a non prendersi cura del bambino e ad essere incapace di gestire altre attività.
Altre volte la depressione post-partum sfocia in vere e proprie psicosi, anche molto pericolose sia per la mamma che per il bambino. Se i sintomi del “baby blues” tendono a creare molti disagi o insorgono pensieri di autolesionismo o l’idea di far del male al bambino, è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico senza alcuna vergogna.
Depressione post-partum e cortisolo nei capelli
Il cortisolo è un ormone steroideo secreto come risposta allo stress e si accumula nei capelli. Lo studio spagnolo ha coinvolto 44 donne gravide, seguite sia durante il periodo della gestazione, che dopo aver dato alla luce il loro bambino. Ogni trimestre le madri hanno eseguito una serie di test psicologici per valutare i loro livelli di stress e gli eventuali sintomi psicopatologici. Contemporaneamente sono stati prelevati dei campioni di capelli, dai quali i ricercatori hanno estratto il cortisolo, corrispondente a quello accumulato nei tre mesi di ciascun trimestre. Dopo il parto i ricercatori hanno valutato lo stato emotivo delle madri per individuare chi tra di esse avesse sviluppato o meno la depressione post-partum.
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Sintomi depressivi già durante la gestazione
La valutazione psicologica delle gestanti ha dimostrato che quelle che in seguito avrebbero sviluppato la depressione post-partum, erano anche quelle che presentavano livelli più elevati di somatizzazione durante il primo trimestre di gravidanza. Queste, anche durante il secondo trimestre, oltre a livelli più elevati di somatizzazione, presentavano sintomi di ossessione-compulsione, depressione e ansia. A tali sintomi nel terzo trimestre, si aggiungeva anche lo stress specifico della gravidanza. Pertanto, tutti questi fattori, insieme ai livelli più elevati di cortisolo trovati nei capelli, potrebbero rappresentare degli indicatori non trascurabili di una possibile futura depressione post-partum.
Così commenta i risultati la Dott.ssa María Isabel Peralta Ramírez, che ha condotto la ricerca: “Le conseguenze di tali risultati sono molto importanti per la prevenzione della depressione post-partum e mostrano che ci sono molte variabili psicologiche e ormonali alterate durante l’intero periodo di gestazione nelle donne che svilupperanno la depressione post-partum rispetto a quelle che non ne soffriranno. Rilevare queste differenze è la chiave per anticipare lo stato psicologico della madre e le conseguenze sul bambino che tale stato potrebbe implicare”.
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